Perché ad alcune persone avere l’agenda piena di appuntamenti fa sentire bene mentre ad altri genera un senso d’ansia?
Che poi, c’è chi usa un’agenda, ma anche chi appunta gli impegni o le scadenze sul calendario. Chi utilizza Google e chi Alexa. C’è anche chi non ha bisogno di alcun supporto per ricordarsi gli appuntamenti…e fra questi, quelli che lo sostengono e basta. Non è affatto facile ricordare tutte le incombenze e far fronte alle scadenze, ma quel che mi sorprende è ancora una volta la varietà del genere umano. Già, perché c’è a chi piace mantenersi impegnato e dividersi in molteplici occupazioni e a chi questa dote sembra preclusa. Non credo sia banale differenziazione fra uomini e donne. Anche se queste ultime generalmente si auto-definiscono multitasking.
È innegabile che fin dall’adolescenza cominciamo a suddividerci in due gruppi. Da un lato quelli sempre impegnati con attività extra-scolastiche. Dall’altro quelli che invece trascorrono il tempo libero in occupazioni più solitarie. C’è in effetti un terzo insieme di persone. Quelle che, costrette dagli affanni genitoriali, si ritrovano loro malgrado mescolate tra quelli del primo gruppo ma che, giunte ad una certa età, sono libere di infiltrarsi fra le fila degli appartenenti al secondo.
Non si tratta di giusto o sbagliato, ma di meglio o peggio per ciascuno di noi. Anche se in caso di giudizio è probabile che valuteremmo positivamente le persone del primo gruppo. Si potrebbero infatti definire più socievoli rispetto alle altre, che invece tenderemmo a considerare pigre o addirittura eremite.
Ebbene non penso che le cose siano così semplici e catalogabili. Solitario non significa strano, asociale, problematico. Almeno non necessariamente. Può infatti significare riservato, timido, introverso. E di solito sono queste le caratteristiche che rendono una persona misteriosa al punto da suscitare la curiosità di conoscerla.
Soprattutto oggi è facile supporre di conoscere una persona della quale si sanno elencare i gusti. I passatempi. Gli spostamenti. Gli amici. Le abitudini culinarie. Insomma, ragionando così, allora Google dovrebbe essere il nostro migliore amico.
Comunque sia, quando incontriamo una persona diamo per scontato di dover possedere in anteprima una vasta gamma di informazioni sul suo conto. Tendiamo a dimenticare che condividerle o meno col mondo è una sua scelta.
Che poi, le informazioni reperibili sui social sono spesso eccessive. Siamo seri. Perché dovrebbe importarmi il gusto del cornetto che uno ha mangiato stamattina a colazione? Eppure questa peculiarità tutta umana è uno dei solidi sostegni su cui si regge Facebook. Permette di prendersi una pausa dalle proprie faccende per informarsi su quelle altrui. La maggior parte delle volte si legge qualcosa che non ci interessa. Che non ci piace. Che non condividiamo. Magari lo critichiamo. Eppure spendiamo tempo ed energie a parlarne. Magari lasciamo pure un commento. Può ispirarci e fornirci esempi da seguire, oppure fungere da modello negativo.
I contenuti che vi si trovano possono o meno suscitare il nostro interesse, tutto dipende dalle persone che seguiamo e dai loro gusti. Dai nostri amici virtuali, insomma. Di recente mi hanno regalato uno spassoso profuma ambiente da auto che recita: essere popolari su Facebook è come essere ricchi a monopoli.
Essere social non si traduce nell’essere socievole. Spesso capita di incontrare dal vivo una persona conosciuta virtualmente e rimanere, se non delusi, decisamente sorpresi.
Ogni tanto dimentichiamo che i nostri rapporti sociali non dovrebbero essere interamente veicolati da piattaforme tecnologiche. Dovremmo prendere il buono che offrono, ma cercare di non fossilizzarci su quello che propongono. Tanto per dirne una, esistono persone che non sono iscritte a Facebook e credo siano in grado di condurre ugualmente una vita piena e stimolante, con amici con cui interagire. Si può essere socievoli senza socializzare online.
Si tratta di scegliere di seguire o meno una tendenza in base a come ci sentiamo al riguardo. Io per esempio uso Google Calendar e segno gli appuntamenti importanti sul muro della cucina che ho adibito a lavagna (vedi qui). Ah, per chi se lo stesse chiedendo, suppongo sarete in molti, questa mattina ho fatto colazione con cereali, succo di mirtilli e caffè.
La citazione di alto livello culturale che funge da titolo è tratta da una puntata dei Simpson, potete vedere qui il frame!