Insoddisfazione, c’è modo di combatterla? Verrebbe da rispondere sì, certo che si può. In fondo se non siamo soddisfatti di noi stessi basta rimboccarsi le maniche e cambiare quel che non ci aggrada. Sembra facile, invece non lo è affatto!
Se poi ci aggiungiamo che quando siamo insoddisfatti tendiamo a vedere tutto grigio, o nero, o comunque a tinte fosche, allora ci accorgiamo che l’intraprendenza e l’ottimismo necessario ad arrotolarci quelle metaforiche maniche di camicia scarseggiano.
Di solito non si manifesta in modo repentino. Non ci svegliamo al mattino per sentirci all’improvviso insoddisfatti. Si tratta di una sensazione che serpeggia e ci avviluppa pian piano, che pontifica fino a stabilizzarsi ad un livello dal quale comincia ad opprimerci.
Si finisce col sospirare amareggiati, spesso col mangiare qualcosa di calorico. Azioni che donano temporaneo sollievo, ma che si rivelano presto per essere inutili e in alcuni casi controproducenti, se per esempio ci siamo prefissati di smettere di piangerci addosso o di perdere qualche chilo.
Distogliere l’attenzione può non sembrare una soluzione, infatti non lo è, ma potrebbe essere un modo per scrollarsi di dosso quell’aura grigia, minaccia di depressione, dispensatrice di cattivo umore di cui di tanto in tanto ci capita di cadere preda. Come fosse una buca travestita da pozzanghera.
Accantonare provvisoriamente il cruccio concentrandosi su qualcos’altro in attesa di tornarci sopra quando avremo recuperato quel tanto di buona volontà indispensabile per affrontarlo al meglio. Magari tenendo presente che se è vero che nessun problema è di facile soluzione, almeno finché non la si trova, allora occorre assumere che a tutto c’è rimedio.
L’importante è essere onesti con noi stessi e accettare il fatto che spesso, nonostante i nostri buoni propositi, una forza esterna potrebbe decidere al posto nostro… in casi simili sarebbe inutile opporre resistenza, se è destino meglio assecondarlo VEDI VIDEO ESPLICATIVO CLICCANDO QUI