I primi del mese dovremo viverci il nuovo inizio come quando cominciamo una merenda sfiziosa. Il momento in cui scartiamo l’incarto frusciante di un uovo di pasqua. O di un panettone. O di una tavoletta di cioccolato. Oppure quando apriamo una sonora vaschetta di gelato. E rispettivamente ce ne facciamo un pezzo, ne ricaviamo una fetta, ne stacchiamo un quadratino. Oppure affondiamo il cucchiaino infrangendo la superficie morbida e interamente ricoperta di granella e meringhe.
Nel caso dei dolci percepisco la solennità del momento, unico e irripetibile. I mesi invece scorrono uno dietro l’altro senza che al primo giorno di ciascuno venga data l’importanza che ogni incipit merita. Siamo soliti attendere vari eventi disseminati sul calendario o distribuiti nell’agenda, che possono o meno coincidere con i primi del mese, ma per puro caso. A parte i pensionati, che l’attendono con trepidazione, è raro soffermarsi su questo passaggio.
Eppure con i libri risulta così naturale. Il momento in cui apriamo un nuovo libro e cominciamo la lettura è molto emozionante. Quasi quanto quello in cui giungiamo all’ultima pagina e ci assale quella confusa sensazione di gioia mista a delusione per averlo terminato. Per quel che mi riguarda, anche nel caso di un film riesco a percepire ed apprezzare la trepidazione dell’inizio. Quando l’oscurità lascia il posto alle prime immagini e ci si riassesta sulla poltrona, bendisposti a lasciarsi rapire dalla storia.
Perciò, quando arriva l’ora di voltare la pagina del calendario perché un intero mese della nostra vita è trascorso e ne sta iniziando un altro, assaporiamo il momento. Auguriamoci che quel che viene sia migliore. E, sebbene non sia il caso di sgranocchiare un intero secchiello di pop-corn come al cinema, qualcosa da scartare si può sempre trovare nella borsa di una donna.