Incoerenza

L’incoerenza è fra i peggiori difetti dell’umanità. Rende deprecabile chi vi indulge e genera irritazione in coloro che gravitano attorno all’infame soggetto che se ne rende colpevole. Parole e azioni dovrebbero accordarsi e procedere lungo una via di reciproca corrispondenza. Parrebbe l’alternativa più semplice e lineare, invece la maggior parte delle volte ci scontriamo con prove del contrario. Nessuno mai frequenterebbe volentieri una persona che afferma qualcosa per poi dar prova di pensare il contrario. Almeno questo è ciò che il buon senso suggerisce, poiché di nuovo la realtà stronca questa, solo in apparenza banale, presa d’atto.

A tutti sarà capitato di rimanere basiti per l’incoerenza di una persona. Di restare disgustati dal suo comportamento, al punto da decidere di non frequentarla più. O di allontanarsi perché considerata una spiacevole compagnia. Può anche capitare che altri condividano la medesima opinione al riguardo. Eppure si può asserire che quella persona non resterà sola. In parte può essere dovuto alla mancanza di spina dorsale di chi la circonda. Non tutti hanno la forza di troncare un rapporto o di relegarlo alla zona della conoscenza. In parte si spiega con la natura umana in quanto tale, che rende ognuno di noi, di base, un animale sociale. E gli animali non fanno molto caso all’incoerenza.

 

Di base tutti necessitano di contatto umano. Anche i tipi più riservati e solitari. Perfino quelli che non ricercano la compagnia a tutti i costi e, anzi, tendono a stare meglio da soli. La differenza risiede nel valore che si attribuisce alla parola amico. La maggior parte delle persone tende a fare del termine un uso smodato, senza tener conto delle svariate sfumature che possono interessarlo.

Il mondo è pieno di furbastri, arrivisti, sfruttatori, malelingue in grado di definire amica una persona che hanno appena finito di denigrare in compagnia di altri “amici”. Si tratta forse di una delle prime lezioni che si impara da bambini. Le delusioni nel campo dell’amicizia infatti sono numerose quanto quelle amorose.

Benché l’italiano sia ricco di spunti per definire tali persone, temo non si tratti di una mera questione linguistica. Dovremmo stabilire una personalissima scala cromatica in cui incasellare tutti coloro che reputiamo degni di appartenere allo spettro delle nostre conoscenze. Non deve essere per forza grigia, che è un colore un po’ smorto.

azzurro incoerenza coloreFacciamola blu, un bel blu oltremare. Ma abbiamo il coraggio di non spruzzare di vernice, né di puntinare quelli che non meritano nemmeno una sfumatura azzurro pastello. Non bisogna sentirsi costretti a prosciugare l’intera latta per la fretta di dipingere. Il colore si conserva bene col tappo chiuso e risulta pronto all’uso all’occorrenza. Quelli che non meritano il nostro bel blu profondo, lasciamoli nel loro grigiore. Che si vive meglio.

Questo articolo ha 2 commenti.

  1. giorgio coniglio

    capisco e condivido la preferenza teorico-pratica vs la coerenza ideologica e comportamentale da parte dlle xsone ke frequentiamo: e’ molto + comodo e gratificante aver a ke fare con qste piuttosto ke con le incoerenti, ke possono essere sconcertanti e spiacevoli. xo’, xo’, xo’…e’ mai esistito un grande artista ke fosse coerente e dalla xsonalita’ adamantina? e un/a decisivo/a uomo/donna politico/a? e nn si puo’ forse pensare, anke x le xsone comuni, ke quella ke appare incoerenza – fastidiosa e spregevole – confini invece e sconfini nlla risorsa e dote, fondamentale e vitale dl sapiens, ke va sotto il nome di potere e capacita’ di adattamento? “se fossi coerente con le mie idee fin qui espresse, sarei ammirato, ma andrei a sbattere, fisicamente o spiritualmente. forse e’ meglio far storcere il nas(in)o a qlc1, ma sopravvivere”. “primum vivere, deinde philosophari” thomas hobbes.

    1. EleniaRizza

      Sono d’accordo che occorra adattarsi per non soccombere e non era mio intento suggerire che bisogna farne sempre una questione di principio (tranne nei casi in cui ne vale la pena), anzi cambiare idea può essere sintomo di crescita e intelligenza; la mia critica era riferita a quell’incostanza nel giudizio delle persone che risulta più variabile delle condizioni meteorologiche in un paesino di montagna, poiché si affannano nella ricerca dell’altrui consenso e non sono in grado di sostenere il proprio punto di vista di fronte a chi la pensa in modo diverso.

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