Dolce dormire

Quanti di voi non vorrebbero dormire di più? Di recente ho letto un libro sui disturbi del sonno. Un medico specialista in lento declino verso la pazzia si convince dell’inutile perdita di tempo a cui tutta l’umanità si auto-condanna con noncuranza. Dormire, appunto.

Trascorriamo un terzo della nostra vita nel dolce far nulla a occhi chiusi in posizione di indifesa inattività. In tutta coscienza non gli si può dare torto. Considerato il tempo che impieghiamo a riposare ogni notte, una media di 6/8 ore, è comprensibile sentirsi in qualche modo defraudati.

C’è da dire che il medico in questione è affetto da un egocentrismo che finisce con l’esacerbare questa sensazione portandolo alla follia sulle note del Nessun dorma. In effetti non tutti sono convinti di avere grandi imprese da compiere nella propria vita. C’è chi si accontenta di un quieto vivere. Chi, potendo, dedicherebbe al sonno più di dieci ore filate per notte. E chi ce la fa per davvero.

Ovviamente i possibili discorsi sull’importanza basilare del riposo per una vita equilibrata non vengono presi in considerazione dal personaggio. Li liquida in fretta, convinto che quattro ore possano bastare.

Io so che più dormo e più vorrei dormire. Sulla scia di un gatto di casa, che schiaccia pisolini con la stessa determinazione di chi persegue una giusta causa.

Eppure, sebbene la voglia di riposare sia tanta, in una giornata si accumulano così tante faccende da sbrigare che la sera è sempre più difficile andare a dormire ad un’ora decente. Al mattino è sempre un trauma abbandonare il letto. E alle volte l’abbiocco coglie nel primo pomeriggio. Un pisolino durante il viaggio, a meno che non si debba guidare, non è da disdegnare.

Poi mi guardo attorno. Vedo gente molto più impegnata di me e mi sento quasi in colpa al pensiero che non combino molto nelle mie giornate. O meglio, mai quanto vorrei combinare. Allora mi domando quanto dormano tutte queste persone affaccendate. Se anche loro abbiano sempre sonno come me o siano riuscite laddove il dottore ha fallito. Mantenere una vita sana ed equilibrata riducendo ad un minimo sostenibile le ore di riposo.

Poi incrocio lo sguardo del mio gatto. In quei rari attimi in cui gli occhi sono vigili e non socchiusi e sonnacchiosi. Contraccambio il sorriso sornione. Mi appisolo sul divano con lui e passa tutto.

Il libro, che oltretutto mi è piaciuto molto e lo consiglio, è La casa del sonno di Jonathan Coe.

 

 

Lascia un commento